I dati ISTAT sulla mortalità a Marzo 2020 presentano un bias di selezione?
Publication date: 10/04/2020 – E&P Code: repo.epiprev.it/1123
Authors: Corrado Magnani1, Dario Gregori2
Abstract. Il 1′ aprile ISTAT ha dato la disponibilità dei dati di mortalità a livello comunale per il periodo 1 – 21 Marzo per 1.084 comuni, senza però fornire dettagli sul criterio di selezione. Abbiamo subito utilizzato questi dati, confidando che non vi fossero altri criteri di selezione oltre a quelli operativi richiesti per la disponibilità tempestiva dell’informazione.
Le informazioni a livello comunale sono state ampiamente usate, non solo da noi, per rispondere ad alcuni quesiti che riteniamo di estremo rilievo, in particolare per quanto riguarda la variazione della mortalità in eccesso rispetto a quanto attribuito ufficialmente all’epidemia, anche con proiezioni a livello regionale e nazionale. Nei 1084 comuni del campione dal 1 al 21 marzo 2020 si sono osservati 16.126 decessi mentre l’atteso sulla base della media 2015-2019 era di 7.843,4 morti. Da questo si rileva l’importanza di poter usare questi valori per stimare l’eccesso di mortalità a livello regionale e nazionale.
Nulla di tutto questo è fattibile correttamente poiché il campione è stato selezionato in modo distorto, con un chiaro bias di selezione.
Il documento tecnico di accompagnamento ai dati resi disponibili il 9 aprile 2020 relativi al periodo fino al 28 marzo (www.istat.it/it/files//2020/03/Il_punto_sui_decessi_9_aprile_2020.pdf), che non era stato diffuso in precedenza, riferisce a pag. 1 in nota i seguenti criteri di selezione: “Sono stati considerati i comuni con un numero di decessi che, nel periodo 1° gennaio – 28 marzo 2020, è risultato superiore o uguale a 10 unità e che nel mese di marzo del 2020 hanno presentato, rispetto alla corrispondente media del quinquennio 2015 – 2019, un incremento della mortalità pari ad almeno il 20%”.
Qualsiasi studente di epidemiologia rileva selezionare i soli comuni che “… hanno presentato … un incremento della mortalità pari ad almeno il 20%” costituisce un grave errore, che introduce una distorsione di selezione. La conseguenza è di sovrastimare l’eccesso di mortalità, in un modo non quantificabile. Diventano quindi impossibili corrette analisi dei dati e corrette conclusioni, in particolare qualora si voglia valutare l’impatto complessivo di questo periodo sulla mortalità.
Sarebbe opportuno che ISTAT rilasciasse una nuova e completa versione dei dati senza criteri di selezione inopportuni.
Topic: COVID-19
Key words: COVID-19, ISTAT, mortalità,
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Cite as: Corrado Magnani, Dario Gregori (2020). I dati ISTAT sulla mortalità a Marzo 2020 presentano un bias di selezione?. E&P Repository https://repo.epiprev.it/1123
I dati ISTAT sulla mortalità a Marzo 2020 presentano un bias di selezione?
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Affiliations:
1 Unità di Statistica Medica ed Epidemiologia dei Tumori , Dipartimento di Medicina Traslazionale, Università del Piemonte Orientale, Novara, e CPO-Piemonte, I-28100 Novara.
2 Unità di Biostatistica, Epidemiologia e Sanità Pubblica, Dipartimento di Scienze Cardio-Toraco-Vascolari e Sanità Pubblica, Università di Padova, I-35131 Padova.
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References & Citations
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Concordo a pieno con le note di Magnani e Dario Gregori.
Ho notato che si continua a confondere Trieste con Trento (basti vedere l’ultimo articolo di Laura Tonon su Internazionale [https://www.internazionale.it/notizie/laura-tonon/2020/04/12/persone-morte-in-piu-italia-epidemia], che riporta al grande pubblico gli ultimi dati SiSMG di Marina Davoli & Coll.)…
Ho provato perciò ad utilizzare l’ultimo aggiornamento del campione ISTAT, con la speranza che l’ampliamento del campione da poco più di 1000 a 1450 comuni includesse anche i dati sulla provincia e sulla città di Trieste (stimo un CFR prossimo se non superiore al 15% dei positivi a tampone, vedi anche le mappe fornite qui: https://covid19map.protezionecivile.fvg.it/).
Il risultato è che anche il nuovo campione ISTAT non riporta la mortalità (e quindi nessun confronto è possibile!) per una provincia che, come scrivevo poco sopra, concentra il 55% della mortalità per CoViD-19 dell’intera regione. Al contrario sono inclusi altri piccoli comuni delle province limitrofe.
Quindi desumo che la mortalità in questa città sia solo lievemente aumentata, sotto il 20%, e posso tirare un sospiro di sollievo quando qualcuno mi dice “sono 104 su 200 in regione, vero, ma dovremmo moltiplicare per 4…”
Cari saluti
sandro centonze