A low LDL-Cholesterol is a risk factor for infectious diseases in the elderly. What about LDL-cholesterol-lowering drugs?
Publication date: 03/04/2020 – E&P Code: repo.epiprev.it/862
Authors: Alberto Donzelli1
Abstract. Molti articoli su COVID-19 hanno documentato che anziani portatori di comuni patologie croniche sono i soggetti a maggior rischio di infezioni gravi e di evoluzione sfavorevole.
Si tratta di informazioni importanti per una loro maggior tutela. Tuttavia, al di là delle note misure igieniche e di distanziamento sociale, non danno indicazioni empowering su quanto chi li assiste e gli interessati stessi possono fare per ridurre in tempi brevi il proprio rischio specifico.
Oltre a modifiche di stili di vita a rischio, ciò può includere farmaci di comune impiego, la cui assunzione potrebbe ridurre o aumentare il rischio. Ad attrarre l’attenzione sono stati anzitutto ACE inibitori e sartani, ma ci sono altre terapie che interessano trasversalmente quasi tutti gli anziani cardiopatici e/o diabetici: gli ipolipemizzanti.
Ci sono basi biologiche per un’interferenza con le infezioni, e indicazioni epidemiologiche associano una bassa colesterolemia LDL a un maggior rischio infettivo, soprattutto in età avanzata. Verificare l’esistenza di un’associazione positiva nei casi gravi di COVID-19 sarebbe una priorità.
Se confermata, si potrebbe attuare un deprescribing con bilancio netto favorevole, a partire dai troppi anziani che assumono terapie ipolipemizzanti aggressive in prevenzione primaria, nonostante l’assenza di prove convincenti di benefici netti, e la presenza di molte indicazioni di segno contrario.